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RECENSIONE
Max Ernst a Milano. La prima grande retrospettiva di un maestro del surrealismo sino al 26 febbraio by ELISABETTA MARCHETTI |
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La Crocifissione Max Ernst Se ci si voleva divertire nel senso letterale del termine si poteva ben visitare, fin al 26 febbraio, la mostra retrospettiva dedicata a Max Ernst, il maestro del surrealismo. Tutte le sue opere sono improntate ad una visione così divergente e originale che visitarla diventava un bagno nella fantasia più sfrenata e insieme nella critica serrata del suo tempo. Il percorso che è stato proposto si suddivideva in 4 grandi periodi della sua vita, a loro volta suddivisi in 9 sale tematiche. In mostra erano presenti ben 400 opere tra dipinti collage, fotografie,disegni, sculture, gioielli e illustrazioni di libri. Una fantasia e una inventiva fuori dal comune nata in uno dei periodi più oscuri del '900 proprio come un fiore di loto che emerge dal fango, e tutto l'amaro sapore degli eventi trasudava dalle sue opere tanto che a ben ragione è stato definito un 'umanista rinacimentale'. Ma se si vuole ripercorrere le varie epoche attraverso il filtro di questo inarrivabile artista la mostra ha offerto proprio l'occasione giusta. Max Ernst nasce a Bruhl vicino Colonia nell'aprile del 1891. Pur essendosi iscritto alla facoltà di filosofia presto abbandonerà gli studi e si dedicherà alla pittura. Nel 1912 fonda il gruppo 'Das Junge Rheiland', ma saranno i viaggi a Parigi che gli permetteranno di incontrare Andrè Breton e PaulEluard. La sua carriera è pervasa di lavori multidiscipilnari . Nel '29 collabora con Salvador Dalì e Luis Bunuel alla realizzazione del film 'L'àge d'or' ma appena dieci anni dopo, nel 1938, abbandonerà il gruppo dei surrealisti francesi per contrasti con Andrè Breton. Si trasferirà poi ad Avignone con Leonora Carringtone e nel 41fuggirà in America. Anche in America incontrerà il consenso della critica e del pubblico. Nella scorsa mostra è stato possibile ammirare opere realizzate con la tecnica del Frottage, come la chiamava lui e con quella del grattage. Ad esempio si può godere di un'opera stupenda in frottage del 1965 dal titolo 'Paesaggio' appartenente ad una collezione privata, è una montagna che si affaccia su un mare minaccioso che riflette i raggi di una luna. Ma l'artista non ha mancato di cimentarsi anche col collage, come ad esempio nell'opera 'Contate su di me ' del 1929, anch'essa appartenente ad una collezione privata di Torino. Ancora un'immagine irridente, un nobile accasciato e stanco seduto su una poltrona e una fanciulla seminuda che spicca il salto e vola sul viso di un alto prelato che in piedi si godesorpreso il bacio della fanciulla. Ma l'opera che più ha impressionato nel modulo sempre contenuto dell'artista è il collage del 1943 dal titolo 'L'anno 1939'. E' un collage e inchiostro su carta e rappresenta una creatura umana con una gabbia toracica su cui si innestano due occhi cattivi, con due grandi e lunghe braccia sollevate in alto e circondate da schizzi di inchiostro nero. Il mostro umano tutto giallo è l'incarnazione del male e l'allusione agli eventi drammatici del 39 è chiara. L'opera risulta essere l'applicazione della distribuzione del colore applicata poi da Jackson Pollock, il barattolo con buco in fondo che oscilla e fa cadere il colore a macchie ovunque sulla tela, 'il dripping'. Per questa opera Max Ernst venne bollato come ' straniero ostile' e condannato a tre campi di prigionia. Poi sono arrivate le opere più sarcastiche come quello spaventoso 'angelo del focolare' che è diventato logos della mostra. Sono seguiti i quadri dai titoli più singolari, come 'Trentratrè bambine vanno a caccia della farfalla bianca'(1958),'Un tessuto di menzogne' (1959), poi ancora una innumerevole serie di sculture e oggetti di oreficeria, ancora opere pittoriche di straordinaria pregnanza e simbolismo, per finire con quel 'Crocifisso' del 1914 ora conservato ai Musei Vaticani che chiude una carrellata di ben 400 opere sempre rese attraverso la cifra surrealista e nella sperimentazione di tecniche nuove, ma capaci di permettere al visitatore di guardare il mondo con gli occhi di un artista misterioso e geniale. La città intera |
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