CSN7NEWS.IT CULTURA INTERNAZIONALE e ARTE ONLINE 7. 11. 2023 N .177 anno XV |||||||| ISSN 2283-6586 TOP-ATTUALITA' EUROPA CULTURA ITALIA - FVG MARCHE - MEDIA INTERVISTE GREEN LOVE LIFE CONTATTI |
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MOSTRA Biennale di architettura edizione 2023, uno sguardo ai progetti presenti all'ARSENALE
by ELISABETTA MARCHETTI
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La manifestazione si distribuisce su differenti aree, oltre ai Giardini e all'Arsenale , sono coinvolte le zone di Mestre e Marghera. Quello che si andrà a visitare oggi sarà l'esposizione dell'Arsenale, vastissima e sempre foriera di grandi curiosità. Ma alla base di ogni progetto, dice la curatrice Lesley Lokko, architetto e donna che ha fondato in Africa importanti scuole di Architettura, c'è 'lostrumento principe e decisivo'l'immaginazione' . I progetti che sisnodano alla vista del visitatore sono innumerevoli ma in questa sede andrò a presentare solo alcuni. Ce ne è uno che più che si lega all'architettura e al giornalismo investigativo ed è quello dal titolo Investing XINJIANG'S Network of Detention Camps.La recente indagine che l'Arsenale offre in una documentazione precisa e dettagliata è quella relativa ai campi di detenzione costruiti dal governo cinese nello Xinjiang per la reclusione di massa deimusulmani. L'equipe che ha compiuto l'indagine ha incontrato molte difficoltà perchè il governo cinese rendeva ostico l'ingresso nella regione, ma attraverso l'uso di metodi visivi e spaziali quali immagini satellitari, modellazione 3D e l'analisi dei regolamenti edilizi carcerari cinesi si è potuto acquisire una documentazione presentata all'Arsenale.Dalla fine del 2016 si stima che oltre 1 milione di minoranze musulmane siano state imprigionate nella regione dello Xinjiang . Sono stati arrestati per la maggior parte gli uiguri, ma anche i kazaki, uzbechi, kirghisi, hui,mongoli, xibe ealtri indigeni della regione. Le ragioni di tali arresti traumatici anche nelle modalità , prelevati nel cuore della notte dalle loro case, incappucciate e incatenate in celle gelide e terrificanti sono state le più disparate, l'appartenenza ad una fede religiosa, l'aver scaricato WhatsApp, portare lunghe barbeo aver studiato all'estero. L'installazione presente alla Biennale sezione Arsenale ci mostra come un giornalista, un architetto e uno sviluppatore di software siano riusciti a scoprire tutto ciò e siano riusciti a vincere nel 2021 il premio Pulitzer per il reportage internazionale . Altro progetto interessante è quello dal titolo 'A Dance of the Mangroves'. Nelle regioni tropicali del mondo le mangrovie svolgono un ruolo importante, in quanto incamerano e immagazzinano più di dieci volte di più di anidride carbonica rispetto alle foreste terrestri. Inoltre esse nutrono le popolazioni ittiche che vivono nelle loro acque. Gli antichi colonizzatori decisero di estirparle provocando un gravedanno all'ambiente. Ecco dunque il tentativo di ripristinare tali ambienti così salutari per gli equilibri dell'ambiente ed ecco nascere il progetto ' A Dance of the Mangroves'. Altro progetto degno di nota è quello dal titolo The Civilised Agroecological Forests of Amazonia col quale si vuole recuperare tutta una cultura antropologica fiorita nell'area amazzonica, capace di dimostrare l'esistenza di mega insediamenti urbani che appartengono alle civiltà della tradizione orale che mancano di riconoscimento e che pure contengono tesori di vita comunitaria da riproporre nei principi base e nelle sperimentazioni future. Vale la pena di ricordare l'opera di Ursula Biemann che lavora col popolo Inga della Colombia sud-occidentale per realizzare una università indigenanell'Amazzonia andina. Il progetto si propone di salvaguardare la civiltà andina e insieme risollevare queste popolazioni e promuovere migliori condizioni di conoscenza e pensiero scientifico. Il progetto prende il nome 'Devenir Universidad' ed è un progetto artistico che si prefigge lo scopo di salvare le civiltà della foresta pluviale dalle aggressioni dei popoli coloniali e usurpatori. Tutto l'Arsenale presenta i progetti di quelli che Leslie Lokko chiama i 'practitioner' africani e della diaspora africana, giovani pieni di talento capaci di presentare progetti che possono restituire alle nuove generazioni un mondo più vivibile e abitabile e una concezione del lavoro dell'architetto più ampia e più umanizzata. D'altronde l'età media dei partecipanti è 43 anni.
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